Ingegneria distribuita per l’accesso sostenibile all’acqua potabile
- Marcello Lorusso
- 2 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min

Dentro l'aria si nasconde una risorsa preziosa: l'acqua. In forma di vapore, spesso invisibile, l'umidità atmosferica rappresenta una fonte latente, diffusa e potenzialmente inesauribile. È su questo principio che si fonda Water from Air, un progetto firmato da Louisa Graupe e Julika Schwarz: un dispositivo portatile in grado di trasformare l'umidità in acqua potabile, sfruttando materiali intelligenti e tecnologie additive in modo semplice e replicabile.
Il cuore tecnico del dispositivo sono i MOF (Metal Organic Frameworks), materiali cristallini ultra porosi in grado di assorbire selettivamente molecole presenti nell'ambiente (materiali di cui siamo venuti a conoscenza proprio grazie a questo progetto). In questo caso, il vapore acqueo viene catturato e poi rilasciato in forma liquida tramite un processo attivato da fonti di calore anche minime.
Già oggetto di studi accademici, abbiamo scoperto che i MOF iniziano oggi a trovare applicazioni concrete. Water from Air è una delle prime dimostrazioni funzionali di impiego reale, aprendo scenari interessanti per l'ingegneria ambientale, la resilienza climatica e il design sostenibile.
Quando la forma segue la funzione (e il contesto)
Ma Water from Air non è solo un esperimento di laboratorio. La forma segue la funzione, e la funzione segue il contesto. Il dispositivo è progettato per essere completamente realizzabile tramite manifattura additiva, utilizzando filamenti riciclati, escludendo chiaramente la membrana MOF. Questa scelta rende il sistema facilmente stampabile: è pensato per contesti difficili (chi ha parlato di guerra e siccità!?), dove anche materiali di risulta possono diventare risorsa. Le progettiste ci hanno visto lungo: in uno scenario di crisi o emergenza, la capacità di riprodurre localmente un sistema funzionale è una qualità tecnica e sociale insieme. E garantisce la sopravvivenza.
Design essenziale, impatto reale
La struttura del dispositivo è pensata per coniugare efficienza e semplicità. Compatta e modulare, può essere trasportata facilmente, installata in pochi passaggi e mantenuta anche senza competenze tecniche avanzate. Il design riduce al minimo gli elementi superflui: ogni componente ha una funzione chiara e necessaria. La valvola di scarico, lo spazio di raccolta dell'acqua, l'involucro protettivo: tutto è calibrato per essere accessibile, leggibile, usabile. In un mondo in cui la tecnologia rischia di escludere, Water from Air include. Parla anche e soprattutto a chi non ha strumenti sofisticati, ma ha bisogno di risposte semplici e di acqua. È un oggetto pensato per l'essere umano, prima ancora che per il tecnico.
In condizioni favorevoli, il dispositivo è in grado di produrre fino a 6 litri di acqua potabile al giorno. Questo risultato non è simbolico: rappresenta la copertura completa del fabbisogno idrico giornaliero di una persona adulta. Senza connessioni alla rete, senza elettricità, solo grazie all'umidità dell'aria e a un minimo apporto di calore ambientale o solare. È una soluzione che può fare la differenza in contesti dove l'accesso all'acqua è intermittente o inesistente.
Un nuovo modo di progettare l'acqua
Water from Air ci ha colpiti non solo per la sua efficacia, ma per il modo in cui coniuga materiali avanzati, design distribuito e responsabilità progettuale. In CHORA siamo appassionati di ingegneria: ci piace osservare, studiare, riconoscere il lavoro ben fatto. E perché no, prendere spunto per applicazioni future. Apprezziamo soluzioni come questa, capaci di vedere potenziale là dove altri vedono limiti. Perché a volte, l'innovazione non è dove la si aspetta. A volte basta solo "guardare" l'aria.
👉 Per approfondire il progetto Water from Air, vi invitiamo a visitare la Behance di una delle due progettiste Julika Schwarz: https://www.behance.net/gallery/223198269/Water-from-Air
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